Progetto

FINALITÀ DEL PROGETTO

Il nostro progetto parte dal riconoscimento del fenomeno della pedofilia come problema sociale complesso, che richiede un’azione sistemica d’intervento su tutti i fattori e gli agenti coinvolti nel fenomeno.

L’idea progettuale consiste dunque nell’agire non tanto sulla dinamica pedofilo- azione criminosavittima quanto sulle linee indirette, che ne definiscono il contesto, per circoscrivere il problema al fine di gestirlo e prima di tutto ri-conoscerlo, nel senso di riportarlo alla luce.

Vogliamo agire sui fattori ambientali in cui il problema nasce e cresce, sui fattori scatenanti perché crediamo che per affrontare la pedofilia come problematica sociale occorre mirare ad eliminarne le cause, per determinare degli effetti di lungo termine, prerequisito della sostenibilità di ogni azione di sviluppo sociale e dell’efficacia reale di ogni intervento di contrasto a fenomeni criminosi.

“Il punto fondamentale e’ non tanto fermare il pedofilo, ma cercare di prevenirne gli effetti futuri, ovvero un bambino che subisce abusi sessuali, magari dal proprio sangue, dall’età di 3 anni, tenderà a divenire egli stesso, crescendo, lo stesso male che ha subito.

Queste ferite non si cicatrizzano perchè alla fine l’uomo è ciò che vede”.

L’ambizione del progetto consiste nel realizzare delle azioni di sensibilizzazione e assistenza per la prevenzione degli abusi sui minori, indirizzate in particolare al target di “indifferenti sociali”, che creano un ambiente di “connivenza tacita” con i pedofili, un ambiente-cuscinetto che finora non ha lasciato insinuare né messaggi né azioni di contrasto caratterizzandosi come un ambiente di coltura per la proliferazione incontrastata del fenomeno della pedofilia.

Ciò che teniamo a sottolineare qui è che nessun messaggio è riuscito finora a scalare la barriera di indifferenza, non solo per l’idiosincrasia che è intimamente legata all’indifferenza come fattore di impermeabilità e resistenza, ma anche perchè finora nessuna azione ha mirato esplicitamente ad abbattere questo muro, tutt’al più si è spinta fino a sfiorarlo, mancando la mira, in generale per l’inadeguatezza degli strumenti di contrasto finora messi in campo.

Il dato da cui partiamo è che spesso gli attuali atti criminosi sono compiuti da ex-vittime.

I danni psicologici subiti dalle vittime possono portare a reiterare il delitto su altri, con un evidente effetto a catena.

Vorremo quindi contribuire a rompere questa catena di abusi, innescando una catena opposta di denuncia e solidarietà, che si concretizza nella viralità di una moltitudine di video in cui diverse tipologie di persone, su base volontaria, con un’azione dal basso, partecipano alla viralizzazione del messaggio anti-pedofilia secondo il modello del “passaparola”, per esempio immaginate le conseguenze di 100…1000 o 10.000 di questi video lanciati in ogni tipo di sito da coloro che aderiranno al progetto, come già altri hanno fatto, girando il proprio corto-denuncia de “L’inferno di un angelo”…

L’innovatività di questa metodologia di azione consiste nell’essere un dispositivo di partecipazione atto ad aggirare i fenomeni di Nimby (Not In My Back Yard) e di esclusione, ovvero “fate ciò che volete ma senza intaccare le mie posizioni acquisite, il mio territorio”.

E’ in questo interstizio di silenzio, in questa area di rifiuto di partecipazione che è più di una mancanza di partecipazione, che il nostro progetto vuole inserirsi per allargare l’area di consapevolezza e responsabilizzazione, che è l’unico modo di contrastare il proliferare di un fenomeno che si nutre dell’omertà e del segreto.

Riflessioni finali

Non contiamo di sconfiggere la Pedofilia, ma per noi e’ gia’ un grande risultato salvare 10 bambini su 1000… anche solo 10.

Ma se mai dovessimo riuscirci anche negli anni a sconfiggere questo “tumore della mente umana”, a quel punto un giorno qualcuno ci ringraziera’ guardando indietro negli anni… qualcuno che avremo fatto crescere senza vergogna, paura e demoni!

Il progetto “Voglio Fare L’astronauta” e’ un progetto che nasce da un’idea di Adriano Maria Maiello ed Emanuele Tolomei,che ha subito visto l’adesione di Valentina Ferraro nella scrittura del prologo “L’inferno di un Angelo”,diventa quindi un progetto video denuncia “Corale” lasciato nelle mani degli interpreti (gente comune) che sentono l’esigenza di gridare la loro contro questo Male, che noi definiamo “L’INFERNO DI UN ANGELO”.

Il punto fondamentale di ogni progetto contro la Pedofilia e’ non tanto fermare il pedofilo, ma cercare di prevenirne gli effetti futuri, ovvero un bambino che subisce abusi sessuali, magari dal proprio sangue, dall’eta’ di 3 anni, tendera’ a divenire egli stesso, crescendo, lo stesso male che ha subito.

Queste ferite non si cicatrizzano perche’ alla fine L’UOMO E’ CIO’ CHE VEDE.

Concludiamo dicendo: Vergogna a chi pensa che sia un problema da poco, finche’ il problema non riguarda i loro cari, tutti i bambini meritano di avere in quegli occhi grandi la stessa luce… la stessa gioia… la stessa voglia di vivere. Tutti. La stessa.

C’e’ una giustizia superiore a quella dell’uomo?!?!… non sappiamo quale sia, ma sicuramente vi punira’oltre i confini del nostro tempo per cio’ che fate ai Bambini!

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